Con un survey composto da poche domande sottoposto agli oltre 140 partecipanti al primo efficiencycloud-day si è cercato di tastare
il polso di un campione rappresentativo della filiera dell’efficienza italiana
ed europea.
Alla domanda relativa ai cambiamenti
da apportare nel panorama dell’efficienza energetica, il 30% del campione
auspica una maggiore chiarezza normativa; il 14% una migliore accessibilità a
strumenti di finanziamento, mentre il 16% chiede maggiori occasioni di
networking e di condivisione di best practice.
La vera sorpresa, invece, risiede nella risposta
che ha generato il maggior numero di consensi: in circa la metà dei questionari
è stato indicato come auspicabile un cambiamento culturale da parte dei
beneficiari degli interventi. Questa affermazione indica che nel nostro Paese,
nonostante il peso della bolletta energetica su famiglie e imprese sia maggiore
rispetto a molte altre nazioni europee, non vi è ancora un’adeguata attenzione
rispetto ai temi del risparmio e della sostenibilità. Viene, quindi, da chiedersi
se sia più opportuno concentrarsi sulle misure a sostegno dell’efficienza o se
la questione debba essere inquadrata da un punto di vista più ampio, che parta
dall’educazione e dal coinvolgimento dei consumatori di energia rispetto alle
tematiche ambientali volte a superare la mancanza di informazioni o, ancor
peggio, la diffidenza al cambiamento.
Vale la pena sottolineare che, per rispondere
alla stessa domanda, pochi anni fa quasi l’80% del campione si era concentrato
sugli strumenti di finanziamento.
Spostando il focus della domanda precedente
su questioni più concrete, dando così ai partecipanti al sondaggio
l’opportunità di proporre iniziative al team di efficiencycloud per il 2016, è emerso
che la creazione di un fondo di garanzia per l’efficienza energetica interessa
il 30% del campione intervistato. Anche questa risposta conferma la tendenza
degli operatori a preferire il gioco di squadra finalizzato allo sviluppo del
settore, specie alla luce delle recenti proposte di modifica del meccanismo dei
certificati bianchi che vorrebbe introdurre garanzie reali da prestare al GSE
per il rilascio dei titoli.
Solo il 14% ha indicato come prioritaria la
strategia di lobby, mentre il 30% ha dimostrato interesse per forme di
finanziamento comunitarie ai progetti di efficienza. Seppure in altre realtà
stiano rapidamente prendendo piede, nessun intervistato ha valutato
interessante per il mercato la creazione di gruppi di acquisto di energia per
ottenere migliori condizioni di approvvigionamento. Anche questo può aiutarci a
comprendere il gap culturale che separa l’Italia da altre nazioni europee. In
conclusione, sebbene il nostro Paese sia considerato come uno dei più virtuosi
dal punto di vista dell’intensità energetica, rimangono ancora ampi spazi di
manovra per migliorare le prestazioni complessive e per far diminuire i costi
complessivi della bolletta.
Il testo completo del nostro survey è disponibile
all’indirizzo https://drive.google.com/file/d/0B9_SqHqnbJDISVhCVmhObGt0NFE/view?usp=sharing
Il team di efficiencycloud