11.21.2016

Efficienza, il ruolo centrale di Regioni e Comuni

Le azioni concrete in materia di efficienza energetica e sostenibilità proseguono e la Regione Lombardia si conferma capofila delle iniziative a favore della green economy

Dopo il Pear (Programma energetico ambientale della Regione) ed il progetto Trend dedicato alle Pmi del settore manifatturiero, seguito dal più recente Programma regionale per l'efficientamento energetico delle Pmi, destinato ad avviare le diagnosi energetiche o l'adozione dei sistemi di gestione ISO 50001, la Regione Lombardia ha pubblicato nei giorni scorsi un nuovo bando.

L'azione approvata dalla Giunta metterà a disposizione 20 milioni di euro a fondo perduto per il miglioramento dell'efficienza energetica delle reti d'illuminazione pubblica e per la diffusione di servizi tecnologici integrati sul territorio lombardo. 

Gli interventi dovranno essere realizzati all'interno di un progetto di riqualificazione urbana che permetta di conseguire risparmi energetici attraverso l'installazione di c.d. pali intelligenti che, oltre a garantire efficienza, sono in grado di erogare servizi tecnologici integrati come telecontrollo, autolettura dei contatori, ricarica di auto elettriche, ecc. I destinatari del bando sono tutti i comuni lombardi, anche in forma associata o aggregata.

Oltre alle azioni virtuose promosse a livello regionale, esistono numerosi strumenti messi a disposizione dal legislatore che possono contribuire in maniera efficace all'utilizzo razionale dell'energia nell'ambito degli obiettivi di sviluppo locale. 

A questo proposito, è importante evidenziare che sono le amministrazioni locali, in virtù della loro vicinanza al cittadino, a godere di una posizione ideale per poter promuovere, in maniera diretta, le iniziative volte allo sviluppo del risparmio energetico ed all'utilizzo di fonti ad energia rinnovabile. Uno degli strumenti di pianificazione urbana previsto dalla normativa nazionale è il Piano Energetico Comunale (Pec) - obbligatorio per i comuni con oltre 50.000 abitanti - che consente di misurare ed analizzare i consumi di energia e di emissioni di CO2 suddivisi per settore, al fine di individuare opportuni interventi di efficientamento energetico. 


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10.21.2016

E-mobility: efficienza energetica nel settore trasporti




Gli obiettivi contenuti nel Pacchetto per il clima e l'energia 2020 e gli impegni assunti con la SEN (Strategia Energetica Nazionale) vedono tra i protagonisti il settore dei trasporti, che comprende la mobilità delle persone e delle merci e che, con 38 Mtep, pesa per 1/3 sul consumo nazionale di energia

L’obiettivo ambizioso di risparmio energetico legato ai trasporti, fissato a 5,5 Mtep al 2020, è certamente conseguibile migliorando l’efficienza energetica del settore e, conseguentemente, riducendo le emissioni di gas serra. Ad oggi, la riduzione delle emissioni di CO2 degli ultimi anni è imputabile in primis all’efficientemento dei motori diesel e, in secondo luogo, al maggiore utilizzo dei veicoli elettrici o alimentati con gas metano e GPL. 

Rientrano in quest’ambito anche i Sistemi di Trasporto Intelligenti (c.d. ITS – Intelligent Transport Systems) che, attraverso una gestione integrata della mobilità e dell’informazione si prestano ad orientare l’utenza verso modalità di trasporto più sicure ed energicamente efficienti. 

In termini di vantaggi energetici, la rete dei treni ad Alta Velocità sta registrando una crescita lenta a fronte dei progressi in atto nel campo dell’ingegneria civile e dell’impiantistica dell’efficienza aeroportuale, ambito in cui si registrano progressi in termini di efficientamento.

Per quanto riguarda il trend di utilizzo delle auto elettriche, l’Italia occupa ancora una posizione marginale rispetto all’Europa. Tra le cause spicca l'elevato prezzo d’acquisto dei veicoli, anche se il risparmio potenziale seguito dagli incentivi statali a copertura dei costi e dagli sconti su bollo ed assicurazione fanno sì che questo mercato si stia sviluppando anche nel nostro Paese. 

Infine, oltre all’ormai consolidato successo del car sharing, risulta in crescita l’utilizzo di veicoli elettrici nei servizi di trasporto pubblico locale: infatti, sono stati fatti diversi investimenti pubblici per consentire il graduale rinnovo dei mezzi in questione, i cui oneri vengono compensati nel corso della vita utile degli stessi grazie ai risparmi sul costo dell’energia, che incidono in maniera significativa in condizioni di utilizzo intensivo di questi veicoli.

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9.21.2016

La certificazione energetica: un'opportunità per ESCo ed EGE





Allocare nuove risorse a disposizione degli enti pubblici locali affinché possano sostenere la realizzazione di diagnosi energetiche nelle Pmi e renderne più efficienti i consumi: è questo lo scopo del bando 2016 annunciato dal ministero dello Sviluppo Economico e del ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che destina a Regioni, Province e Comuni 15 milioni di euro per il cofinanziamento di programmi volti ad incentivare gli audit energetici o l'adozione di sistemi di gestione dell'energia conformi alla norma ISO 50001 ai sensi dell'articolo 8, comma 9 del D.Lgs. n. 102/2014. 

Questi fondi vanno a sommarsi agli oltre 9,8 milioni elargiti nel 2015 dal ministero dello Sviluppo per un totale di quasi 20 milioni di euro. Nel complesso, quindi, sono stati stanziati oltre 30 milioni di euro a copertura del 50% dei costi destinati alla realizzazione delle diagnosi energetiche relative ai programmi che verranno presentati entro il 15 ottobre 2016.

Al fine di valutare e coordinare l'attività di un sistema di gestione dei risparmi energetici, la pratica di diagnosi o audit svolge un ruolo essenziale. Quest'ultima è fortemente connessa alle novità normative in tema di efficienza energetica di quest'anno, che coinvolgono le società che forniscono servizi energetici (ESCo) e gli esperti in gestione dell'energia (EGE). 

Tra le novità introdotte dal D.Lgs. n. 102/2014 - che recepisce la Direttiva Ue 2012/27/UE sull'efficienza energetica - ricordiamo gli obblighi di certificazione relativi ai soggetti abilitati alla redazione degli audit energetici. 

Nello specifico, l'audit energetico potrà essere effettuato solo da Ege certificati ai sensi della norma UNI CEI 11339 e da Esco certificate secondo quanto previsto dalla UNI CEI 11352.

L'obbligo di certificazione comporta una serie di vantaggi per le Esco, tra cui la possibilità di svolgere diagnosi certificate nel pieno rispetto degli standard UNI CEI 16427 ed UNI CEI TR 11428, partecipare a gare che richiedono la certificazione UNI 11352 ed, infine, accedere al meccanismo di incentivazione nazionale dei Titoli di Efficienza Energetica. 

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7.19.2016

Licenza di efficientare la PA: il nuovo conto termico


Affinché uno strumento possa trasformarsi in un supporto concreto al fine di agevolare l’incremento dell’efficienza energetica – ed i conseguenti risparmi – in un settore che rappresenta una quota importante dei consumi energetici nazionali come la Pubblica Amministrazione, è essenziale che l’iniziativa sia accompagnata da un’ottima campagna di comunicazione. Ed è proprio sulla scorta del vecchio meccanismo e dei suoi difetti che oggi, a completamento del quadro normativo degli incentivi dedicati all'efficienza energetica ed alle rinnovabili termiche, troviamo il Conto Termico 2.0, in vigore dal 31 maggio come da DM del 16 febbraio 2016. Molte le novità, legate da un duplice denominatore comune: rapidità e semplicità.

Disponibili 900 milioni di euro, destinati per circa il 78% ai privati ed il restante 22% alla Pubblica Amministrazione, protagonista della prima novità: la categoria infatti si arricchisce con l’inclusione delle cooperative sociali e delle società di patrimonio pubblico tra i profili che potranno richiedere l’incentivo. Agevolare tutto il comparto della PA, dove la vera sfida è quella di indurre l’avvio di un processo di ricerca e sviluppo affinché le strutture si dotino delle competenze tecniche necessarie per implementare la progettazione di interventi di efficientemente essenziali, è fondamentale: il patrimonio edilizio residenziale nazionale - per la maggior parte dei casi - risale ad oltre quarantanni fa e, in quanto tale, particolarmente energivoro.


Per avviare piani di ristrutturazione e di riqualificazione della PA è importante che i beneficiari dell’incentivo siano messi nelle condizioni di poter accedervi facilmente. In risposta a quest’esigenza, il nuovo Conto Termico prevede una procedura di prenotazione dell’incentivo semplificata ed una più rapida erogazione dello stesso dalla conclusione della procedura (90 giorni anziché i vecchi 180). In più, per rendere ancora più appetibile l’investimento per i soggetti che ne beneficeranno, la corresponsione dell’incentivo, per importi non superiori a 5.000 euro, verrà effettuata in un’unica rata.

Ad uso esclusivo delle PA, inoltre, sono stati introdotte nuove tipologie di intervento agevolabili, accompagnate dall’incremento della copertura dell’investimento: gli edifici nZEB (Nearly Zero Energy Building o  Edifici a Energia Quasi Zero) rientreranno ai fini dell’accesso all’incentivo per il 65% del costo complessivo e la spesa legata alla diagnosi energetica sarà invece incentivabile al 100% (il 50% riservata ai privati). Stesse condizioni per gli interventi volti alla sostituzione dei sistemi per l’illuminazione attraverso l’utilizzo di dispositivi efficienti per gli edifici della pubblica amministrazione. Infine, si aggiungono tra le novità dedicate rientranti nel Conto Termico, i sistemi di termoregolazione contabilizzazione del calore e le tecnologia adottate nel settore della building automation.

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6.17.2016

Efficienza, industria italiana medaglia d’argento per gli investimenti




Da quanto emerso in fase di presentazione dell' Energy Efficiency Report, a fronte di una spesa di 5,63 miliardi di euro investiti nel corso del 2015 dagli operatori nell'ambito dell'efficienza energetica, l'industria italiana occupa il secondo posto con 1,8 miliardi di euro (32% del totale), alle spalle del comparto residenziale che conta investimenti per 3 miliardi di euro (53%). Medaglia di bronzo per terziario ed uffici, settore che comprende anche la Pubblica Amministrazione. In dettaglio, se si analizza il valore complessivo della spesa nei sette settori campione considerati come altamente energivori, pari a 1,3 miliardi di euro, oltre il 50% degli investimenti realizzati previene dal settore metallurgico


Da segnalare l'interessante evoluzione nel residenziale: restringendo il campo a Gdo e hotel, l'ammontare complessivo delle risorse finanziarie impiegate si riduce a 130 milioni di euro e, escludendo gli interventi di efficientamento dei sistemi di illuminazione, che coprono il 50% del totale disponibile, è interessante notare che la Gdo ha destinato ben 12,6 milioni di euro a progetti di efficientamento legati ai sistemi di refrigerazione, indirizzati soprattutto allo stesso settore. 

Per quanto riguarda la tipologia di investimento, il capofila resta l'industria metallurgica, settore in cui il 90% del totale delle risorse realizzate (316,9 milioni di euro) vede direttamente l'operatore industriale intervenire sui propri processi core, seguita dal cartario (94% su investimenti pari a 170,8 milioni di euro), dai produttori di materiale per l'edilizia (90% su 143 milioni di euro), dal settore del vetro e della ceramica (90% su 130 milioni di euro), dalla meccanica (60% su 107,7 milioni di euro), dal settore chimico (70% su 97,9 milioni di euro) ed, infine, dall'alimentare con il 53% degli interventi self made (73,9 milioni di euro).


Molto più basso il volume d'affari relativo agli interventi sulla linea di produzione dell'industria alimentare da parte delle Energy Service Company, trattandosi di un c.d. "fattore critico di successo" che, in quanto tale, rientra nelle ragioni per cui gli industriali preferiscono rivolgersi ad un fornitore di tecnologia - sfruttando il know-how del proprio ufficio tecnico - e realizzare "in casa" il proprio intervento di efficientamento.


La conoscenza delle specificità tecniche rappresenta uno degli elementi essenziali per l'industriale: infatti, se quest'ultimo dovesse continuare a percepire la ESCo come "esterna" rispetto al proprio settore e i risparmi energetici come non essenziali e se le competenze non dovessero evidenziare un forte vantaggio competitivo, gli operatori continueranno a seguire questa linea. Migliore, invece, la percentuale di investimenti relativi alle attività non core, che arrivano al 40% per un valore pari a 155,9 milioni di euro, che favoriscono le ESCo.
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5.20.2016

Italia ed efficienza energetica: un'accoppiata vincente


In base alle ultime stime l’Italia gode di un buon posizionamento nel campo dell’efficienza energetica: il decreto legislativo n. 102/2014 - di recepimento della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica – ed il PAEE hanno, infatti, stimolato la diffusione dell’efficienza, rafforzando misure già esistenti e introducendo nuovi strumenti volti alla promozione del miglioramento negli usi energetici sul territorio nazionale. 

Seppur molti degli investimenti in questo settore consentano di trarre indubbi benefici, è difficile persuadere gli imprenditori a cambiare il proprio processo produttivo collaudato a favore di investimenti a lungo termine contando sugli strumenti messi a disposizione a livello normativo (es. diagnosi energetiche, sistemi di gestione dell’energia…) e dal mercato (es. IPMVP, il protocollo internazionale di misura e verifica dei risultati). Tra le ragioni economiche che spingono a farlo occupano un posto di rilievo l’entità dei risparmi che ne conseguiranno – in termini di consumi energetici - e le tempistiche di ritorno economico dell’investimento. 

Le risorse finanziarie che generano il payback sull'investimento iniziale sono costituite dai flussi di cassa derivanti dai risparmi conseguiti in termini di riduzione della spesa per l’acquisto delle fonti energetiche ed eventuali meccanismi di incentivazione (ad esempio i Titoli di Efficienza Energetica, il cui meccanismo verrà sottoposto ad una serie di aggiornamenti normativi).

Definiti (post diagnosi) gli interventi attuabili, poter contare su una previsione dettagliata dei risparmi energetici conseguibili in seguito all'intervento e avere chiaro il risparmio economico atteso sono due degli elementi fondamentali  del processo decisionale, pur trattandosi di dati caratterizzati da una forte componente aleatoria in quanto soggetti ad una serie di rischi. 

Nel corso dell'ultimo decennio sono stati investiti più di 100 miliardi di euro in rinnovabili ed efficienza energetica; le necessità finanziarie degli operatori sono state colmate dando vita a best practice e modalità di finanziamento pubbliche e private. Non siamo di fronte ad un problema di liquidità: c’è chi ha fatto dell’efficienza energetica il proprio core business, superando i motivi etici e sociali che spingono ad investire in questo campo, ma continuano ad esserci limiti informativi ed economico-culturali che non permettono al settore in questione di decollare. 

Permangono le barriere in entrata per l’accesso al credito da parte del sistema bancario, sistemi incentivanti talvolta poco efficienti, politiche nazionali poco sfidanti e difficoltà legate alla promozione di interventi di efficienza ambiziosi e di qualità, i quali potrebbero dare un contributo strategico alla filiera, stimolandola e dotandola di maggiore appeal.

Tra gli aspetti positivi, invece, spicca l’emanazione dei decreti attesi entro l’anno, relativi alla riqualificazione energetica degli immobili della PA, l’aggiornamento delle Linee Guida sui Titoli di Efficienza Energetica – che fisserà i nuovi obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico - ed il decreto attuativo relativo all'istituzione del Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica, istituito presso il MISE dal decreto n. 102/2014.

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4.26.2016

Gare gas ed obblighi efficienza, aspetti ancora da chiarire





La normativa che disciplina i criteri per l'affidamento in concessione del servizio di distribuzione del gas a livello nazionale, di cui al decreto ministeriale n. 226/2011, presenta una serie di aspetti ancora da chiarire. In particolare, tra i criteri di aggiudicazione delle gare troviamo un elenco di condizioni, tra cui spicca quella prevista all'interno dell'art. 13, comma 1, lettera e. La norma in questione crea un obbligo in capo al distributore aggiudicante dell'Atem - Ambito Territoriale Minimo- vincolando quest'ultimo alla realizzazione di investimenti nel campo dell'efficienza energetica al fine di conseguire 5 dei 28 punti massimi previsti dal suddetto decreto e necessari al soddisfacimento delle condizioni economiche dello stesso.


I distributori, già sottoposti al raggiungimento degli obiettivi nazionali annuali previsti dal decreto ministeriale del 12 dicembre 2012 c.d. Certificati Bianchi, saranno dunque tenuti al rispetto degli impegni assunti in sede di gara promuovendo interventi di efficientamento volti alla riduzione dei consumi di energia all'interno dell'Atem gestito e, condizione imprescindibile, che generino TEE.


La cogenza legata alla realizzazione di interventi di efficienza sul territorio degli enti locali concedenti presenta, in realtà, una deroga: il gestore subentrante, infatti, può ottemperare agli impegni in termini di TEE addizionali anche acquistandoli, fatta salva la provenienza dei titoli che dovranno derivare da progetti di riduzione dei consumi all'interno dell'ambito. Ad oggi non sono state ancora definite le procedure operative che chiariscano le modalità con le quali i distributori potranno adempiere all'obbligo e, soprattutto, seppur la normativa preveda sanzioni nel caso di mancato raggiungimento del numero di TEE addizionali da parte del distributore - oltre ad una penale - non è chiaro se questi due provvedimenti amministrativi estinguano o meno l'obbligo. 


L'approvazione in via definitiva del decreto Milleproroghe 2016 ha avuto un impatto anche sulle gare gas, i cui bandi partiranno a luglio. Pertanto, risulta cruciale poter disporre in primis di chiarimenti da parte del legislatore affinché la normativa non si presti a più interpretazioni ed essere in grado di individuare sul territorio nazionale gli interventi presentabili in sede di gara. Mappare i progetti di efficienza nazionali ad oggi attivi, conoscere gli operatori ed identificare eventuali partner all’interno degli ambiti d’interesse è uno degli obiettivi della piattaforma web.efficiencycloud.it, che consente ai partecipanti alle gare d’ambito di usufruire di una valutazione economica concreta in sede di predisposizione della propria offerta economica.     


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3.18.2016

Eu-Merci, sulla necessità di diffondere buone pratiche di efficienza


E' stato lanciato nelle scorse settimane il progetto EU-MERCI finanziato con i fondi comunitari destinati al programma Horizon 2020, con l'ambizione di creare un ampio ed esaustivo database di buone pratiche riferite a interventi realizzati in diversi Paesi europei nel settore industriale. Lo scopo della ricerca è quello di fornire informazioni e diffondere la cultura dell'efficienza energetica fra i possibili beneficiari, ispirando così comportamenti virtuosi e processi emulativi, comparando le esperienze raccolte in tutta Europa. Inoltre, il database potrà fornire utili indicazioni ai policy maker impegnati a delineare percorsi legislativi di promozione e sostegno all'uso razionale delle risorse energetiche. EU-MERCI è un progetto ambizioso ed innovativo che fa ben sperare per il futuro del settore in vista del raggiungimento degli obiettivi al 2020. La mission dell'iniziativa tocca temi di attualità strategici per il futuro degli operatori.


Come accennato in un post precedente, recentemente alcuni operatori italiani del settore hanno risposto ad un survey fornendo alcune indicazioni che sembrano aver ispirato il concept del progetto EU-MERCI. In primo luogo, l'ambito di interesse si focalizza all'interno del panorama industriale, a scapito del terziario e del residenziale, da cui si deduce che l'efficientamento è incentrato su attività a più alto indice energetico. In secondo luogo, rispetto ai cambiamenti che si vorrebbero introdurre nel settore, la metà degli intervistati ha evidenziato la necessità di un cambiamento culturale fra i beneficiari degli interventi.

Sappiamo, infatti, che non basta introdurre obblighi per la realizzazione di diagnosi energetiche fra i soggetti energivori per avere la certezza che a seguano interventi concreti. E' anche necessario infondere fiducia, know how e supporto ai decision maker aziendali e agli energy manager proprio attraverso l'esperienza condivisa da altri soggetti europei con analoghe caratteristiche merceologiche. Del resto il panorama dell'efficienza energetica è in continua evoluzione da molti punti i vista (tecnologico, finanziario, normativo) ed è influenzato anche da driver esterni (prezzo dei vettori energetici in primis) con una complessità crescente.

La condivisione di best practice, inoltre, rientra tra gli obiettivi della piattaforma web.efficiencycloud, che di recente ha aggiornato il relativo portale prevedendo un'apposita sezione dedicata allo scambio e alla diffusione di soluzioni innovative da mettere a disposizione di tutti gli utenti della community.

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2.25.2016

DECRETO 22 DICEMBRE 2015 | UN COMMENTO LEGALE




Il decreto ministeriale del 22 dicembre 2015 prevede (non troppo chiaramente) che "per gli interventi realizzati negli ambiti di applicazione delle schede tecniche citate, è fatto comunque salvo l'accesso anche in futuro al meccanismo dei certificati bianchi attraverso il differente metodo di valutazione dei risparmi denominato «a consuntivo», tutelando, pertanto, gli investimenti eventualmente già pianificati" (cfr. ultimo "considerato"). 

Pare, quindi, che la revoca delle schede non possa in nessun caso avere effetto retroattivo sui progetti già approvati, i quali dovrebbero continuare a ricevere i titoli fino alla scadenza del quinquennio (salvo poi poter essere ripresentati - in futuro e in assenza della sopravvenienza di nuove schede tecniche - con metodi di valutazione a consuntivo). Del pari, le nuove schede tecniche – tuttora in corso di redazione – dovrebbero potersi applicare solo a progetti presentati dopo la loro entrata in vigore. 

Indicazioni maggiormente dettagliate circa il regime di efficacia temporale delle schede tecniche potrebbero, in ogni caso, essere fornite in occasione dell’emanazione del Decreto interministeriale di aggiornamento delle “Linee guida per la preparazione, esecuzione e valutazione dei progetti e per la definizione dei criteri e delle modalità per il rilascio dei certificati bianchi”, che il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell’ambiente sono stati recentemente intimati a emanare dal Tar Lazio, sez. III, con la sentenza 18 febbraio 2016, n. 2169, entro il termine di 120 giorni dalla comunicazione amministrativa o dalla notifica ad istanza di parte della decisione medesima.

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